Il ristorante più caro al mondo è a Ibiza

 

Lo hanno definito il ristorante più caro del mondo: 1600 euro a persona per una cena completa, rilassante dopocena incluso.

Un salone rinascimentale in qualche sfarzoso palazzo italiano con tavoli decorati e posate storiche? Nient’affatto.

Un’austera sala da pranzo nel cuore di un maniero medievale circondati da stemmi, alabarde e armature originali? Assolutamente no. Una terrazza panoramica affacciata su uno dei mari più azzurri che si possano immaginare con lini svolazzanti e palme di contorno? Macché.

Il ristorante più caro del mondo è una stanza chiusa con pareti bianche, tavolo bianco e sedie bianche all’interno dell’Hard Rock Hotel di Ibiza: si chiama Sublimotion ed è la concretizzazione dei sogni visionari del pluristellato chef Paco Roncero, per il quale quella del cibo non è una quotidiana esigenza, ma una vera avventura dello spirito.

D’altronde, sostiene, nella nostra vita ci sediamo a mangiare in media 80mila volte e non ci annoiamo mai: un miracolo, che a sua detta merita di essere assecondato con un’esperienza come quella che lui riesce a far vivere ai pochi fortunati che possono permettersi di sedere al suo tavolo.

Al Sublimotion non si mangia soltanto, ma si vive un’avventura unica e irripetibile, in cui i commensali vengono trascinati anche e soprattutto da artifizi spettacolari di prim’ordine: le pareti bianche fungono da schermi su cui raffinati sistemi informatici proiettano giochi di luci e immagini complementari alle portate servite in tavola attraverso marchingegni degni del migliore Archimede Pitagorico.

Bolle di cristallo ripiene di ogni ben di dio che calano dal soffitto, contenitori variopinti che compaiono dal nulla sul tavolo, cucina e magia, insomma, ma anche suggestione e sapori. Un mix di sicura efficacia che fa sì che il Sublimotion sia costantemente frequentato, nonostante il costo esorbitante.

ibiza ristoranti

Una volta nella vita, dicono quelli che se lo sono permesso o hanno potuto farlo senza battere ciglio, bisogna vivere un’esperienza dei sensi totalizzante come quella.

Cucina molecolare o quasi, naturalmente: ovvero piatti in cui lo chef studia con maniacale precisione gli effetti che la cottura produce sulle materie prime utilizzate nelle ricette.

Che, ovviamente, devono colpire prima di tutto gli occhi, per poi esplodere in bocca grazie a gusti e aromi che per forza di cose devono essere unici e irripetibili.

Proprio come l’avventura che si sta vivendo.

Lo si può interpretare anche come uno straordinario spettacolo, in cui il cibo e la tavola sembrano soltanto un sofisticato pretesto.

E invece l’effetto travolgente nasce proprio dai piatti e si espande tutto intorno: sono i profumi e i sapori a scatenare quel turbinio di emozioni che il Sublimotion garantisce come per contratto ai suoi ospiti. Purché siano disponibili a farsi sorprendere e a farsi travolgere dalle emozioni.

Il menù è top secret, ma destinato a lasciare il segno, perché ogni ingrediente può apparire sotto forme inattese e imprevedibili: l’importante è che crei una sinergia energetica con tutto quello che sta intorno, soprattutto chi si accinge ad affondare la forchetta in meraviglie inimmaginabili.

Perché di quelle 80mila volte in cui ci si siede a tavola, probabilmente quella di quanti lo hanno fatto lì è stata la più emozionante.

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